Stessa dignità del pubblico per i nostri collaboratori, ma servono risorse

Stessa dignità del pubblico per i nostri collaboratori, ma servono risorse

La sanità privata accreditata, con i propri collaboratori, è parte costitutiva e integrante del Servizio Sanitario Nazionale e come tale è assolutamente a favore di un trattamento economico equivalente per il personale delle nostre strutture e quello delle pubbliche”. Lo afferma Giuseppe Puntin, presidente di Aiop Veneto, l’associazione che rappresenta 23 istituzioni sanitarie accreditate con circa tremila posti letto gratuiti a disposizione del cittadino, affrontando il tema dello sciopero nazionale per il rinnovo contrattuale del personale in programma il 23 settembre prossimo.

“Abbiamo recentemente lanciato – ricorda Puntin - una campagna dal titolo eloquente ‘Siamo dalla stessa parte’ per ribadire che la sanità convenzionata risponde alle stesse regole della pubblica e ha gli stessi identici doveri nei confronti del paziente. Ciò che ci differenzia in maniera sostanziale sono le risorse messe a disposizione del comparto sanitario convenzionato che, è bene ricordare, nella nostra regione con il 12% del fondo sanitario ospedaliero assiste oltre il 20% di tutti i pazienti ricoverati”. 

“Le nostre strutture – continua il presidente dell’Aiop Veneto  - possono contare sul prezioso contributo di 10mila collaboratori e collaboratrici la cui missione è la costante assistenza del paziente e proprio sulla scorta di questo, avendo gli stessi obblighi e gli stessi doveri dei colleghi, non è accettabile che abbiano remunerazioni inferiori a quelle del settore pubblico. Sulla scorta di questo ci auspichiamo che si trovi una strada comune e una soluzione idonea per la questione relativa ai rinnovi contrattuali”.

“Per tornare, in estrema sintesi, al concetto espresso precedentemente, rispetto alla piena equiparazione tra sanità pubblica e convenzionata anche sul piano dei collaboratori, è fondamentale ribadire che le nostre strutture sanitarie accreditate non operano in un regime di libero mercato ma in un sistema programmato e  regolamentato, in cui spetta allo Stato e alla Regione definire le modalità di copertura degli oneri relativi al rinnovo del contratto di lavoro. Aspettiamo dunque – conclude Puntin - un segnale importante in tal senso per dare di conseguenza risposte e soluzioni”.