Quando l’integrazione funziona: il contributo dell’accreditato alla sanità pubblica
L’APPELLO DI AIOP (OSPEDALI ACCREDITATI CON IL SSR)
C’è un dato che dovrebbe stare in apertura di ogni discussione sulla sanità veneta, perché da solo mette ordine tra percezioni e realtà. Il sistema sanitario regionale gestisce un bilancio complessivo di circa 13 miliardi di euro all’anno. Di questa cifra, solo 500 milioni – poco meno
del quattro per cento – sono destinati alla sanità privata accreditata rappresentata da AIOP. Eppure, con quella quota limitata di risorse, il sistema accreditato garantisce circa il 30 per cento dell’offerta sanitaria complessiva ai cittadini. È un rapporto che difficilmente si presta a letture ideologiche. Il pubblico sostiene quasi per intero il peso finanziario del sistema, ma affida a una componente minoritaria
della spesa una parte rilevante delle prestazioni. Non perché convenga a qualcuno, ma perché funziona.
Perché consente di produrre sanità a costi medi più bassi, mantenendo standard elevati, tempi di risposta più rapidi e una capacità di assorbire domanda che, senza l’accreditato, finirebbe per riversarsi tutta sul pubblico, mettendolo ulteriormente sotto stress.
AIOP non è un mondo a parte. È sanità che opera dentro il perimetro pubblico: stesse regole, stessi controlli, stessi obiettivi di qualità e appropriatezza. La differenza sta nell’organizzazione, nella flessibilità, nella capacità di investimento. Ed è proprio questa differenza che oggi
rende la sanità accreditata una risorsa preziosa per l’equilibrio del sistema regionale.
In un contesto in cui la domanda di salute cresce più velocemente delle risorse disponibili, continuare a considerare la sanità accreditata come un costo da tenere sotto osservazione significa non leggere i numeri. Quei 500 milioni non sono una zavorra sul bilancio pubblico,
ma uno dei fattori che permettono al sistema da 13 miliardi di reggere.
Da qui l’auspicio che la nuova governance regionale e il presidente Stefani sappiano affrontare la prossima fase con uno sguardo pragmatico. Le emergenze della sanità non si risolvono tracciando confini, ma costruendo alleanze.
La più urgente è sotto gli occhi di tutti: la carenza di infermieri. Una crisi strutturale che colpisce pubblico e privato allo stesso modo e che rischia di diventare il vero collo di bottiglia dell’assistenza.
Formazione, valorizzazione professionale, condizioni di lavoro sostenibili e politiche condivise sono il terreno su cui misurare la maturità del sistema. AIOP, per la parte che rappresenta, è pronta a fare la propria parte. Perché la sanità non è una competizione tra modelli, ma un bene comune. E quando con una piccola quota di spesa si garantisce una grande fetta di servizi, il dovere della politica è riconoscerlo e usarlo come punto di forza.
